En / It

Durante la conferenza dell’associazione AGI tenutasi a Bienne, abbiamo avuto il piacere di incontrare Julien Vallée, un designer e regista che vive e lavora a Montreal, Canada. Durante il convegno ha mostrato una vasta selezione di lavori da lui realizzati che ci hanno colpite positivamente. La sua creatività viene proiettata direttamente nelle sue opere che risultano essere molto colorate, ritmate e surreali, la sensazione è quella di essere trasportati in una dimensione fantastica in cui tutto risulta essere possibile. La caratteristica ancora più sorprendente del suo lavoro è la sua abilità artigianale, gli stop motion e effetti di illusione ottica.

Julien Vallée è un grafico designer, direttore artistico che vive e lavora a Montreal, Canada. Lui ha lavorato per Firefox, Lacoste, Coca-Cola, MTV, e per la rivista The New York Times. é stato vincitore di 6 Young Guns ed é membro dell’Alliance Graphique Internationale. La prima monografia sul suo lavoro, Rock, Paper, Scissors: il lavoro di Julien Vallée, è stato pubblicato da Gestalten nel 2011.

Da dove è nata questa passione?

Ho una laurea in graphic design presso UQAM di Montreal e durante i miei studi mi sono interessato in motion graphic. Ho iniziato lavorando con il software digitale After Effects per rendere il lavoro grafico animato. Alla fine ho voluto fare di più e, l’unico modo per farlo, era costruire le cose a mano, e fare film in stop-motion per renderle animate. All’inizio non sapevo usare i software 3D, così mi sono cimentato nel farli artigianalmente, mi sono divertito perché l’imperfezione del costruire le cose a mano mi ha portato a risultati inaspettati.

Quanta libertà creativa ti permette di avere un lavoro commissionato?

Quando presentiamo l’idea al cliente, c’è sempre una sorta di introduzione al nostro metodo di lavoro, soprattutto se è la prima volta che entrano in contatto con noi. Molti progetti richiedono delle attrezzature specifiche per ricreare degli effetti scenografici, ad esempio i dispositivi che innescano esplosioni, o oggetti volanti. Questo è il motivo per cui è importante essere d’accordo sulla parte creativa prima di iniziare la realizzazione. In questa fase, siamo supportati dal team del dipartimento d’arte, il quale a seconda del progetto varia dai quattro agli otto collaboratori, che si occupa di alcune parti del lavoro. Questa fase del processo è chiamata pre-produzione. Questo è anche il momento in cui dobbiamo adattare le nostre idee alla realtà. La flessibilità nel nostro lavoro è fondamentale poiché l’imprevisto è all’ordine del giorno. A volte questo dà al progetto un valore aggiunto, e non esitiamo a mostrare al cliente le modifiche se le riteniamo una soluzione migliore di quella pattuita.

Creiamo video come si fanno le immagini in Photoshop: ogni scena ha diversi livelli, questo permette di concentrarsi su ogni singola parte che poi componiamo durante la post-produzione. In parallelo, lavoriamo anche con la musica e il compositore crea la traccia che si adatta meglio all’immagine. Siamo molto esigenti sulla selezione dei dettagli che vogliamo mantenere dal processo di ripresa, a volte un’imperfezione diventa un oggetto utilizzabile che può dare valore e significato aggiuntivo al lavoro.

Dove trovi l’ispirazione per i tuoi progetti?

La maggior parte delle volte, l’ispirazione viene inaspettatamente mentre faccio qualcosa di diverso rispetto a quando sto seduto in ufficio a lavorare. Alcune idee provengono da conversazioni su una scena di un film che magari avrei voluto in modo diverso, e a volte estrapolo solo l’idea originale della situazione. Lavorando molto con l’ambiente (studio o esterni) ci piace prendere qualche situazione normale o del luogo e modificarla così da farla diventare qualcosa d’irreale, come se fosse successo qualcosa di magico, e trasformare ciò che ci si aspetta dalle regole di vita (gravità, velocità, colori, etc.) in qualcosa di più memorabile. Penso che vediamo il nostro progetto come un’uscita dal mondo reale per renderlo qualcosa di un po’ più fantasioso.

Come collabori con i tuoi colleghi?

Iniziamo di solito Eva e io, guardiamo insieme il brief e poi ci dividiamo il lavoro: Eva si occupa dell’estetica generale della scenografia e dei colori, io mi concentro di più nella narrazione e la sequenza di come le cose dovrebbero accadere. Alla fine ci presentiamo le nostre idee e colleghiamo tutto in modo che abbia un senso per entrambi. Siamo molto critici e di solito il progetto cambia molto durante il processo.

Durante la convention ci hai mostrato il video “A VERY SHORT FILM”, un video giocoso e di semplicità surreale che segue il viaggio di una giovane ragazza vestita di giallo che entra in un mondo strano, di colore rosa, dove il tempo galleggia, dove la luce è buio e influenza tutto ciò che tocca, dove tempo e spazio sono sospesi. Un cortometraggio poetico e sperimentale in cui percepiamo l’influenza surrealista di Magritte, ci piacerebbe quindi sapere quali sono state le tue influenze artistiche per questo progetto.

Siamo stati influenzati da tre diversi artisti. Per l’illuminazione e la vivacità dei colori ci siamo ispirati a James Turrell. Per le caratteristiche architettoniche di questa surreale città rosa, siamo stati influenzati da “la Muralla Roja” di Ricardo Bofill. Infine, come avete notato anche voi, Magritte è stato una nostra fonte di ispirazione.

La nostra estetica è influenzata dal modo in cui ci avviciniamo ai nostri progetti. Preferiamo realizzare artigianalmente gli effetti visivi e le scenografie che appaiono nei nostri lavori. Detto questo, è vero che potrebbe essere percepito come marchio visivo, anche se in realtà adottiamo metodi diversi per ogni progetto e quindi ognuno di questi ha caratteristiche proprie. Ogni richiesta del cliente è diversa, quindi ogni soluzione è diversa. Quello che accomuna le nostre creazioni è l’azione di tramutare le nostre idee in progetti tridimensionali. E credo che questo sia qualcosa che, nell’era digitale, risulta essere un approccio molto raro. Non esiste una vera e propria giornata tipo nel nostro studio, soprattutto quando stiamo lavorando alla produzione di un film commerciale o personale, dato che il processo richiede settimane. Ci sono però alcune somiglianze nei passaggi che è necessario svolgere all’inizio del progetto, il primo è il brief tra me e Eva.

Vorremmo indagare sul ritmo delle tue storie: qual è il tuo approccio con la musica? È creata apposta?

All’inizio lavoriamo con dei riferimenti musicali che ci piacciono, questo contribuisce a dare un tono alle immagini e anche a ottenere un riscontro da ogni collaboratore così da migliorare il senso ritmico del film, poi consegniamo le tracce a compositori che elaborano differenti variazioni di ritmo e alla fine componiamo la partitura definitiva della traccia video.